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31 Agosto 2022by Kreacasa

Rincaro Gas e Guerra in Ucraina impattano sulla produzione delle piastrelle? Dopo la pandemia di Covid-19 (ancora in corso) è scoppiata la guerra tra Ucraina e Russia, evento che è andato ad appesantire una situazione già critica. Questo ha comportato degli effetti collaterali che stanno impattando in ogni aspetto della nostra vita, tra questi ci sono anche la produzione delle piastrelle, di cui l’Italia è fra i leader mondiali.

Vediamo cosa sta accadendo, cosa attendersi dal futuro e che eventuali soluzioni possono esserci.

Italia: Primo produttore mondiale di Piastrelle

Il nostro paese è attualmente leader mondiale nel settore delle piastrelle, davanti a paesi come la Cina, Spagna e India; il valore supera i 4,21 miliardi di dollari e vede come principali paesi importatori gli Stati Uniti, la Francia, Germania e Arabia Saudita.

Quindi proprio per questo motivo l’economia italiana potrà risentire di questi problemi, i quali sono principalmente due:

il primo riguarda l’approviggionamento delle materie prime per la produzione delle piastrelle, il secondo è riferito alle risorse necessarie per metter in funzione i macchinari di produzione delle piastrelle. Vediamoli in dettaglio

Caolino e Argilla – Dombass Ucraina

Le piastrelle, per poter esser prodotte, abbisognano di pochi ma preziosi elementi:

  • Argille Ceramiche
  • Feldspati
  • Caolino
  • Sabbia

Leggi questo articolo per approfondire alcuni aspetti relativi il Gres Porcellanato e la sua produzione:

Vantaggi e Svantaggi del Gres Porcellanato

Il Dombass, una delle regioni nel sud-est Ucraino conquistate dall’esercito Russo, è uno dei maggiori esportatori di Caolino e Argilla (ndr oltre al carbone) rappresentando da sola il 25% di queste esportazioni, confermato dai dati del 2019 ove sono state importate 2,2 milioni di tonnellate di argilla e 200 mila tonnellate di caolino.

L’ultimo carico di caolino e argilla è partito pochi giorni prima l’invasione da parte dell’esercito russo ed è arrivato a fine febbraio nel porto di Ravenna, da dove è stato smistato per il distretto ceramico di Sassuolo e Faenza. Le argille che provengono dal Dombass sono pregiate e consentono la lavorazione delle piastrelle destinate alla fascia medio-alta del mercato, quelle dove c’è più margine di guadagno.

Oltre a questo, offrono una maggiore resistenza e coesione rispetto allo stesso materiale estratto in altri paesi, cosa che permette di produrre piastrelle di grandi dimensioni e dallo spessore limitato. Quindi sorge spontanea la domanda:

Esistono alternative alle materie prime Ucraine?

Il carico arrivato a fine febbraio consentiva la produzione di piastrelle fino a Pasqua, periodo abbondantemente superato. Per porvi rimedio i produttori hanno investito in ricerca per individuare una miscela alternativa che non richieda l’utilizzo delle materie prime Ucraine.

Questo però è stato possibile solo per alcuni produttori, sui quali ora ricade l’intera richiesta di produzione. Altri invece sono stati costretti a spegnere i forni, vista la mancanza di materie prime e di una valida miscela alternativa, lasciando in cassa integrazione oltre 4 mila lavoratori e la chiusura temporanea di 30 stabilimenti produttivi.

Per questo motivo ora, oltre ai prezzi aumentati delle piastrelle, possono esserci attese per la loro produzione, arrivando addirittura a diversi mesi. Questo però incide anche sull’aspetto estetico, infatti con la nuova miscela ci sarà un uso maggiore di sabbia rossa, cosa che influenza anche il colore o tonalità finale del prodotto.

Altri paesi esportatori di queste materie sono la Germania, Francia, Austria e Portogallo oltre ad alcuni giacimenti italiani che si trovano in Sardegna e Piemonte. Oltre a questa situazione critica si aggiunge la crisi energetica che sta investendo tutta l’Europa.

Rincaro del Gas: cosa vuol dire?

Il comparto produttivo ceramico è una fra i più energivori, avendo un forte bisogno di gas e corrente elettrica per alimentare i forni produttivi che raggiungono temperature di 1150° e sono accesi 24 ore su 24. Per capire l’impatto sui costi basti pensare che Ita-Itiles (Fonte) ha ricevuto una bolletta di 1 milione 882 mila e 699 euro per il mese di luglio 2022 consumando 898 mila metri cubi di metano mentre nello stesso mese del 2021 per 943 mila metri cubi di metano vennero pagati solo 224 mila e 288 euro, quindi un costo moltiplicato di 8 volte!

L’Italia sta correndo ai ripari ma allo stato attuale la situazione è molto critica. Di seguito alcuni grafici di ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale):

 

 

Ci sono altri tipi di forni alimentati a idrogeno tramite una macchina alimentata da fonti rinnovabili ma, allo stato attuale, risulta quasi impossibile il loro utilizzo per due semplici motivi:
  • il costo molto elevato
  • la difficoltà di approvvigionamento dell’idrogeno, che non ha ancora un rete di distribuzione

Quindi il motivo che più impatta sull’aumento dei costi e del tempo richiesto alla produzione di piastrelle è proprio la crisi energetica che riguarda il gas. Ci aspetta sicuramente un inverno difficile, per questo motivo Kreacasa ha allargato il proprio stoccaggio di piastrelle per poter venir incontro alle esigenze dei clienti, attendendo qualche buona notizia dai paesi implicati nel conflitto di cui ogni giorno sentiamo parlare.

Kreacasa

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